Da alcuni anni, l'opinione pubblica è molto sensibile al problema della perdita della biodiversità, cioè del mantenimento della differenziazione tra le specie vegetali.
Vari sono gli istituti del CNR che, proprio in un’ottica di mantenimento degli equilibri e di conservazione del patrimonio vegetale esistente, si occupano delle problematiche relative alla conservazione dei diversi genomi. Alcuni Istituti dispongono di importanti banche di materiale genetico, grazie alle quali può essere scongiurata la possibilità di "perdere" individui e specie significativi. Per mantenere e salvaguardare la biodiversità è, infatti, importante disporre di collezioni di "individui" il più diversi tra loro possibile: è importante mantenere in vita il maggior numero di specie, e, all'interno di ciascuna specie, conservare il numero più altro possibile di individui che riflettano appunto la "diversità biologica" della specie stessa. Tali collezioni costituiscono banche di materiali di propagazione e di riproduzione (semi) delle piante, che, nel gergo scientifico, vengono anche definite banche di germoplasma.
A queste banche si può attingere sia, semplicemente, con scopi di "conservazione" sia per migliorare le caratteristiche di una certa specie già in coltivazione. Parlando di biodiversità, infatti, nasce anche il problema del "miglioramento genetico" che, inteso in senso lato, significa avere la possibilità di produrre individui più resistenti ed adattabili ai sistemi di vita attuali e futuri. Anche in questo settore il CNR è attivo con specifiche ricerche.