L’Atlante storico dell’Italia rivoluzionaria e napoleonica
di David Armando
Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico Moderno del CNR
Una ventina di studiosi italiani e francesi ha partecipato a un’opera promossa dall’École Française de Rome, che analizza un ventennio decisivo per la storia del nostro Paese, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo
Tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso il Consiglio Nazionale delle Ricerche promuoveva, insieme alla Società degli storici italiani, il progetto di un Atlante storico italiano. Si trattava di un’iniziativa di grande originalità nel panorama degli studi del nostro paese in cui l’attenzione per la definizione spaziale dei processi storici stentava ad affermarsi, al contrario di quanto era avvenuto in altre tradizioni storiografiche come quella francese.
Il progetto si arenò, anche per l’esaurirsi delle risorse finanziarie che si mostrarono presto inadeguate a fronte della sua ampiezza. Tuttavia, soprattutto per quanto riguarda l’età moderna, ebbe modo di produrre lavori innovativi sulle istituzioni politiche ed ecclesiastiche, oltre a un significativo lascito di materiali di riflessione e a un’imponente raccolta di dati, in parte messi a frutto nei decenni seguenti da alcuni degli studiosi che vi avevano preso parte.
A quell’esperienza e a quella degli undici volumi dell’Atlas historique de la Révolution française, alla luce dei notevoli sviluppi successivi della cartografia storica, si ricollega idealmente l’Atlante storico dell’Italia rivoluzionaria e napoleonica, promosso ed edito dall’École Française de Rome. Divisa in dieci sezioni tematiche (territorio, guerra ed esercito, politica, società, economia, cultura, religione, controrivoluzione e insorgenze, città, memoria), l’opera ha visto la partecipazione di una ventina di studiosi italiani e francesi ed è stata curata da Maria Pia Donato (Università di Cagliari), David Armando (Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico Moderno [ISPF] del CNR), Massimo Cattaneo (Università di Napoli Federico II) e Jean-François Chauvard (Università di Strasburgo, già direttore di studi all’École Française de Rome), mentre gli apparati grafici sono stati realizzati presso l’Università Roma Tre da Isabelle Dumont e Valeria Santini sotto la direzione di Claudio Cerreti.
L’Atlante analizza un periodo cruciale nel processo di formazione dell’Italia moderna, il ventennio che corre dall’ingresso delle truppe rivoluzionarie francesi fino alla caduta di Napoleone, inserendolo in un contesto cronologico più ampio alla ricerca degli elementi di permanenza e di mutamento. I fenomeni studiati nelle diverse sezioni sono stati sottoposti a interrogativi comuni: l’età repubblicana e napoleonica costituisce un periodo unitario? Rappresenta per l’Italia, e in che misura, un momento di cesura con il passato e di snodo aperto verso il futuro, il Risorgimento e una società più aperta e secolarizzata? Quali ne sono gli esiti peculiari nella strutturazione del territorio e nella distribuzione geografica dei fenomeni? Per cercare di rispondere a queste domande si è fatto uso delle elaborazioni cartografiche e più in generale grafiche come strumento non meramente illustrativo ma essenzialmente euristico, in un dialogo continuo con i testi che le commentano e le integrano.
L’Atlante storico dell’Italia rivoluzionaria e napoleonica sarà presentato il 22 ottobre prossimo alle ore 16,30 a Napoli, presso la sede della Società Napoletana di Storia Patria al Castel Nuovo, in un’iniziativa organizzata dalla Società stessa in collaborazione con il Comitato di Napoli dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, l'Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico Moderno del CNR e l’École Française de Rome. Interverranno Renata de Lorenzo, Anna Maria Rao, Luigi Mascilli Migliorini e Marco Meriggi.
Una successiva occasione per discutere dei risultati di un’iniziativa nata dall’incontro fra storiografia italiana e francese sarà il 6 novembre a Parigi, all’Institut d’Histoire de la Révolution Française. È previsto fra gli altri l’intervento del Rettore della Sorbona, Philippe Boutry.
20 ottobre 2013